La Polizia di Stato di Cagliari ha arrestato una 40enne e il figlio di 20 anni, con l’accusa di truffa aggravata in concorso e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
I due, sfruttando le proprie abilità informatiche, avrebbero organizzato la presunta truffa a Pordenone. La donna, fingendo di essere un’incaricata di una nota agenzia immobiliare, ha adescato un uomo su una chat WhatsApp e lo ha convinto a versare una somma di denaro per l’acquisto di un appartamento ad un prezzo concorrenziale.
L’uomo, convinto della bontà dell’affare, ha effettuato una serie di bonifici bancari a favore della donna e del figlio, per un ammontare di circa 25.000 euro. I due in seguito hanno preteso un ulteriore esborso di circa 10.000 euro per perfezionare l’atto e sopperire alle spese notarili.
Gli agenti della Squadra Mobile, avendo appreso la notizia della presunta truffa in atto, sono riusciti a risalire alla vittima e a ricostruire nell’immediatezza gli ultimi movimenti bancari appurando che madre e figlio avevano da poco riscosso la somma in alcuni uffici postali di Cagliari.
Una volta ricostruite le vicende, attraverso l’esame dei sistemi di videosorveglianza, gli agenti hanno bloccato la coppia, eseguendo una perquisizione personale e domiciliare nei confronti di entrambi, che ha permesso di trovare quasi l’intera somma sottratta alla vittima con l’ultimo bonifico.
I due sono stati così arrestati entrambi per l’ipotesi di truffa aggravata dall’utilizzo del mezzo informatico ma alla donna è stata contestata anche l’accusa della violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, visto che il provvedimento le inibiva proprio di utilizzare lo strumento informatico per tipo di qualsiasi transazione commerciale.
Al termine dell’udienza per direttissima ad entrambi gli indagati è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di firma.