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Nuoro, presentato il Rapporto Ocse: «Con Einsten Telescope 36mila posti di lavoro»

© immagine Regione Sardegna

Si è svolta a Nuoro la presentazione del Rapporto Ocse “Ripensare l’attrattività della Sardegna”. All’auditorium dell’Istituto superiore regionale etnografico, la capo dell’Unità di Attrattività Regionale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Claire Charbit, ha illustrato un’analisi approfondita sulle politiche di sviluppo della Sardegna con un focus sulle strategie per rafforzarne l’attrattività e la competitività in un contesto globale sempre più orientato alla sostenibilità e all’inclusione.

Todde: «Non possiamo perdere 5mila ragazzi ogni anno»

Ha fatto gli onori di casa la Presidente della Regione, Alessandra Todde, che nell’introduzione ha sottolineato come «la Sardegna è una sola, i suoi territori sono interconnessi e serve sviluppare soprattutto le aree interne» e «non possiamo più perdere 5 mila ragazzi ogni anno che lasciano la nostra Isola».

«Puntiamo invece – ha proseguito la Presidente della Regione –, grazie alle nostre risorse ambientali e imprenditoriali, a essere un importante centro di innovazione tecnologica e sostenibilità nel Mediterraneo».

«L’attrattività non è un fine ma un mezzo e nel mio primo anno come Presidente, ho visto sia la portata delle nostre sfide — dalla sanità all’energia, dai trasporti all’occupazione — sia la notevole resilienza e creatività del popolo sardo. Credo fermamente che attraverso politiche pubbliche efficaci, investimenti privati strategici e una robusta cooperazione internazionale, possiamo creare una Sardegna più prospera, sostenibile e inclusiva», ha concluso Todde.

L’intervento di Claire Charbit

Dopo un primo incontro lo scorso giugno, la Dg Region (Directorate-General for Regional and Urban Policy) della Commissione Europea ha scelto la Sardegna per il suo focus.

Nell’illustrare gli obiettivi dell’analisi, Claire Charbit ha spiegato come «la Sardegna sia un territorio che ha tutte le risorse sia ambientali che di capacità per essere più attrattiva» e che «specie in un momento globale come questo con il terremoto dei dazi americani, è fondamentale adattare le politiche pubbliche. L’attrattività ha caratteristiche diverse a seconda degli attori: le richieste per richiamare i “talenti”, come ad esempio avere a disposizione case a prezzi economici e un contesto ambientale di grande livello come c’è qui in Sardegna, possono essere paradossalmente contrarie a quelle richieste dai turisti che con l’overtourism possono rovinare l’ecosistema ambientale: la capacità di trovare il giusto equilibrio è fondamentale per fare della Sardegna un territorio più attrattivo nel futuro».

Entrando più nell’analisi delle statistiche e delle prospettive della Sardegna, il rapporto Ocse si è focalizzato sui “megatrend globali” che hanno effetti sul nostro territorio citando il “declino demografico”, la “digitalizzazione e competitività intelligente”, il “cambiamento climatico”.

Le opportunità per la Sardegna

Tra le opportunità per aumentare l’attrattività della Sardegna l’Ocse invece mette al primo posto il progetto Einsten Telescope visto che «la sola fase di costruzione dovrebbe generare oltre 6 miliardi di attività economica e creare più di 36 mila posti di lavoro» mentre la Regione è riconosciuta in Europa come «amministrazione che sta sviluppando fra le migliori strategie Regionale di sviluppo sostenibile». Internazionalizzare le due università, combattere lo spopolamento delle aree interne rilanciando i servizi alla persona, superare la stagionalità del turismo e riunire (“come si sta facendo”) i consorzi industriali sono altre indicazioni indicate dall’Ocse.

«Per aumentare l’attrattività le due chiavi sono avere visione strategica e coordinamento, favorendo la complementarietà fra i vari attori istituzionali, dando a ognuno un ruolo preciso e favorendo la collaborazione fra loro», ha concluso Claire Charbit.

Todde:

Nel dibattito che è seguito alla presentazione, la Presidente Todde ha sottolineato come il citato «diritto a restare che dobbiamo garantire ai nostri ragazzi, parte da un cambio di mentalità: dobbiamo smetterla di chiedere la patente di sardità che ci porta a ragionare in maniera chiusa e non essere aperti alle novità, per riuscire ad attrarre giovani dall’estero».