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Perfetti sconosciuti, sold-out di risate al Teatro Massimo

Grande successo al Teatro Massimo di Cagliari per Perfetti sconosciuti, in scena per la Stagione 2024-2025 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC, dal 9 al 13 aprile, quando lascerà il capoluogo alla volta di Sassari.

La pièce è la trasposizione teatrale della celebre e omonima pellicola, divenuta un vero e proprio fenomeno cinematografico che ha conquistato tutto il pubblico di tutto il mondo e che conta venticinque remake: un primato nella storia del cinema. Alla regia sempre lui, Paolo Genovese che, alla sua prima regia teatrale, ripropone una formula collaudata e di grande effetto. Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Paolo Briguglia, Paolo Calabresi, Lorenza Indovina e Valeria Solarino, formano un cast affiatato e di noto talento. La produzione è di Noto Teatro, diretta da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production. Alle luci Fabrizio Lucci, le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Grazia Materia.

Perfetti sconosciuti è una commedia esilarante, la messa in scena piuttosto fedele a quella del film, ma mentre nel grande schermo erano prevalsi drammaticità e tensione, sul palcoscenico è la comicità a imporsi prepotentemente: più volte il pubblico interrompe la scena con applausi spontanei e inevitabili. Si ride dall’inizio alla fine, ciò nonostante, si percepisce una tensione crescente che sfocia poi nel dramma.

Ognuno di noi «ha tre vite, una pubblica, una privata e una segreta», recita una celebre frase di Gabriel García Márquez. Il gioco proposto in scena – mettere i telefoni cellulari sul tavolo per una condivisione senza bluff – può apparire innocuo e divertente ma è in realtà molto pericoloso. Cosa succede se la nostra sfera segreta, quella che abbiamo tutti (sì, anche tu!) viene condivisa o, peggio, scoperta?

Ad andare in scena è uno spaccato importante e crudamente realistico del nostro tempo, perché i nostri smartphone sono diventati «la scatola nera della nostra vita», dove «abbiamo messo tutto, forse troppo». Bugie piccole e grandi, segreti, rivelazioni, emergono gradualmente in modo sconvolgente. Il grande inganno è infatti quello che ci porta a percepirli come una via di fuga, come uno spazio completamente libero, esattamente come i social, irresistibili palcoscenici dove si può essere altro, se non chi siamo, almeno chi vorremmo essere.

Conosciamo davvero chi abbiamo vicino? O siamo per lo più “perfetti sconosciuti”? Alcune cose sono difficili da condividere, certi segreti appaiono inconfessabili. Il gruppo di amici di lunga data, riunito per una cena, appare affiatato, aperto e moderno, ma di fronte alla rivelazione dell’omosessualità di uno di loro emergono stereotipi e pregiudizi, misti a una buona dose di fastidio. Siamo tutti a nostro agio quando dobbiamo parlare dei problemi degli altri e dispensiamo consigli «come Gesù nel Tempio», ma quando si tratta di mettere in discussione noi stessi, le nostre vite e le nostre relazioni non siamo più tanto ben disposti.

Il finale resta aperto ad almeno due interpretazioni, entrambe verosimili, ma sulla riflessione da portare a casa nessun dubbio. “Giocare” con la nostra sfera privata, figuriamoci con quella segreta, può mettere a rischio non solo le nostre relazioni, ma la nostra esistenza, l’immagine che gli altri hanno di noi e quella che abbiamo di noi stessi?

Tu lo faresti?