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Papa Francesco, nel 2013 l’abbraccio della Sardegna

© foto Isola online 24

«Voi sardi siete entusiasti, eh!». Con questa battuta, durante l’udienza generale del 15 maggio 2013, Papa Francesco si rivolse ai pellegrini e ai vescovi sardi che lo acclamavano dopo aver appreso della sua decisione di visitare la Sardegna e in particolare il Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. E fu proprio l’entusiasmo del popolo sardo a caratterizzare la giornata che il Pontefice trascorse a Cagliari il 22 settembre dello stesso anno.

L’arrivo

L’arrivo avvenne poco dopo le 8 all’aeroporto di Elmas, dove fu accolto dalle autorità e dall’Arcivescovo Arrigo Miglio. Il primo bagno di folla lo accolse lungo le strade cittadine, percorse a bordo della papamobile. Nel Largo Carlo Felice, ad attenderlo c’erano cassintegrati, disoccupati, pastori e agricoltori colpiti duramente dalla crisi. Emozionato, Francesco parlò a braccio, con parole semplici e dirette: «La mancanza di lavoro porta a sentirsi senza dignità!». Rincuorò i presenti, invitandoli ad avere coraggio e a sostenersi reciprocamente, senza mai perdere la speranza. Improvvisò anche una preghiera collettiva: «Gesù, dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro…». Salutò personalmente alcuni fedeli, regalando sorrisi e parole affettuose.

La messa sul sagrato della Basilica

La folla lo accompagnò ovunque, in un clima di straordinario affetto. In Piazza dei centomila, gremita fin dalle prime ore del mattino, Francesco fu accolto dal Sindaco Massimo Zedda e dal Presidente della Regione Ugo Cappellacci. Quattromila bambini sedevano sulla scalinata che conduce al Santuario, dove il Papa giunse per rendere omaggio a Nostra Signora di Bonaria, la Madonna della “buona aria”, dalla quale deriva anche il nome della sua città natale, Buenos Aires. Chiese alla Vergine protezione per l’Isola e incoraggiò i sardi a guardarsi con fratellanza. Auspicò più solidarietà e attenzione verso chi spesso viene escluso, lanciando un monito contro chi promette illusioni e sfrutta le difficoltà della gente. «Nostra Segnora ‘e Bonaria bos acumpanzet sempre in sa vida», fu il suo augurio in lingua sarda, prima di deporre un omaggio floreale ai piedi del simulacro della Madonna.

In Basilica, Francesco salutò i malati, tra cui molti bambini, con grande tenerezza. I suoi gesti e le sue parole furono carichi di conforto e umanità.

L’incontro coi detenuti

Nel pomeriggio, dopo un pranzo in seminario e un breve riposo, incontrò i poveri e i detenuti nella cattedrale. Le sue parole furono forti e cariche di empatia: «Nei vostri volti vedo fatica, ma anche speranza. Tutti noi abbiamo miserie e fragilità, nessuno qui è migliore dell’altro». Condannò l’ipocrisia di chi si serve dei poveri per interesse personale: «La carità e l’amore sono una scelta di vita, non semplice assistenzialismo. La giusta via è quella dell’umiltà e della solidarietà».

La visita nella Facoltà di Teologia

All’incontro con il mondo della cultura, tenutosi nella Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, parlò della crisi come opportunità e occasione di rinnovamento. Invitò a non avere paura dei cambiamenti e incoraggiò le università a farsi motore di crescita e confronto: la cultura del dialogo, secondo il Papa, doveva contrastare gli effetti negativi della globalizzazione.

L’incontro coi giovani

Il momento conclusivo della visita fu lo straordinario incontro con decine di migliaia di giovani che lo accolsero con entusiasmo. davanti al palco allestito nell’incrocio tra la via Roma e il Largo Carlo Felice. Alle loro domande rispose con schiettezza e passione: «Non fatevi rubare la speranza e siate intraprendenti e coraggiosi!». Le sue parole arrivarono dritte al cuore, tra applausi e ovazioni.

«Arrivederci Sardegna, a presto!» fu il saluto prima di ripartire. La giornata del 22 settembre 2013 rimase nel cuore dei sardi come una manifestazione di fede, calore e speranza. Papa Francesco, “arrivato dalla fine del mondo”, lasciò un messaggio profondo e concreto. Resta da chiedersi se nel corso di questi anni siamo stati capaci, e se lo saremo in futuro, di mettere in pratica i consigli del Papa scomparso oggi nella nella vita di tutti i giorni.